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Vito Mauro |
Pastorizia |
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Pensieri e rievocazioni di un sessantottenne |
C’era una volta a Ciminna una comunità piccolo-contadina in cui l’allevamento era un accessorio necessario per l’agricoltura dell’epoca, giacché i contadini allevavano le cavalle per la produzione dei muli, che erano il mezzo più importante per trasporti e per la coltivazione dei terreni. Lo scalpitio degli zoccoli sul selciato, quando ancora era buio, segnalava la partenza dei contadini verso i campi. A parziale integrazione del reddito, parecchi agricoltori detenevano piccoli numeri di bovini e quasi ogni famiglia possedeva almeno uno o due capre per la produzione di latte per il consumo diretto; con notevole frequenza si vedevano per le strade del paese le gabbie con sei - otto galline per la produzione di uova fresche. La macellazione locale negli anni 50, era di un capo bovino la settimana, che nel giro di pochi decenni è aumentata a circa 8 capi grossi e cinque - sei piccoli, quasi sempre di produzione locale. Con l’avvento dei trattori sono scomparsi gli animali da soma e sono rimasti solo poche cavalle per gli amatori. Infatti, non si sente più lo scalpitio mattutino bensì il rombo dei motori. La produzione locale di latte e di uova è completamente terminata, in compenso sono fioriti i supermercati ed i luccicanti negozi di generi alimentari. |
Nino Di Bella |