Strettamente
parlando, si può riferire il termine "linguaggio", in maniera
appropriata e corretta, solo a quello verbale, ma in realtà si parla
ormai di linguaggio per tutti i
sistemi di segni, sia che ci si
riferisca ad un linguaggio visivo, ad un linguaggio sonoro o ad un
linguaggio del movimento, inteso come organizzazione di segni
gestuali o motori o corporei.
In questo ambito possiamo trovare due diversi sistemi linguistici:
1. Il linguaggio
del corpo
Cioè quello che fa
riferimento all'espressione spontanea dell'emozione e
dell'affettività e che è un sistema in gran parte inconscio. Esso
consiste in un complesso di regolazioni riflesse e automatiche del
tono muscolare, dell'atteggiamento posturale, della mimica facciale
e gesticolatoria, della distanza personale e dell'uso dello spazio
circostante e così via. Può assumere diversi ruoli:
§Ruolo di
PARALINGUAGGIO e cioè di un linguaggio che affianca quello
verbale per arricchire la comunicazione nella vita quotidiana,
venendo progressivamente anche sottoposto ad un apprendimento di
tipo culturale
§
Ruolo
SIMBOLICO che si esprime nell'imitazione spontanea e nel gioco
simbolico
2. Il linguaggio
gestuale
Che fa riferimento ad
una gestualità comunicativa intenzionale secondo un sistema di
regole culturalmente determinate e perciò condivise anche se per lo
più artificiali e che consiste nel linguaggio dei gesti di fine
utilitaristico (come il linguaggio dei sordomuti e altri sistemi di
comunicazione non verbale affini), oppure di fine artistico ed
estetico come l'animazione, la drammatizzazione, il ballo e la
danza. Questo linguaggio ha un'origine espressiva da quello
spontaneo che abbiamo chiamato linguaggio del corpo, poi però
progressivamente si culturalizza divenendo intenzionale. Da questa
distinzione risulta chiaro che il nostro interesse in questa sede è
rivolto alla tipologia del LINGUAGGIO DEL CORPO, così come esso si
concretizza e si differenzia nelle varie culture.
Se per linguaggio
intendiamo un sistema di segni condivisi, è necessario chiarire bene
di quali segni ci si serve e quale valore si attribuisce loro, in
quanto ogni cultura attribuisce a ciascun segno un significato del
tutto arbitrario che può variare incredibilmente e anche
contraddirsi.
Bisogna inoltre tener presente che si è prima visti e poi sentiti.
Nella comunicazione molto spesso l'abito fa il monaco, intendendo
con abito il complesso delle manifestazioni esteriori che
caratterizzano la nostra maniera di esprimerci.
Risulta infatti che circa il 70-80% dell'informazione che raggiunge
la corteccia cerebrale giunge dagli occhi, contro il 10-15% che
proviene dall'udito. Le ricerche neurolinguistiche, inoltre,
indicano chiaramente la priorità dell'elaborazione visiva, globale,
simultanea, contestuale, analogica delle informazioni nell'emisfero
destro del cervello, anche se le informazioni sono linguistiche e
quindi andranno poi rielaborate dall'emisfero sinistro (verbale,
analitico, sequenziale, logico). Siamo dunque prima "visti" che
ascoltati.
La gestualità
Il corpo è fonte di
molte "informazioni" involontarie quali il sudore, il tremito,
l'arrossire, ecc., ma esso viene utilizzato anche per "comunicare",
cioè per veicolare significati volontari, o per sottolineare
significati espressi con la lingua.
Nella comunicazione la gestualità ha un ruolo fondamentale, perché
può rappresentare:
§
un
rinforzo
§
un'involontaria
smentita
§
una
fonte di feedback (insieme all'espressione del volto).
Ogni Paese ha le sue
regole, bisogna perciò porre particolare attenzione a non lasciarsi
andare a gesti di cui non si è perfettamente certi del significato
che viene loro attribuito in quella cultura. In una situazione
interculturale possono nascere problemi di omomorfia (gesto uguale,
significato diverso), responsabile di fraintendimenti.
Caratteristica
prettamente "latina" è la forte gestualità, che accompagna,
sottolinea, mima gran parte del discorso italiano. Questi gesti, del
tutto spontanei per noi, sono spesso incomprensibili per gli
stranieri. Purtroppo questa gestualità è anche difficile da
esplicitare a parole e solo frequenti contatti con la nostra civiltà
possono portare ad una comprensione non ambigua degli stessi.
La forte gestualità,
accompagnata ad un tono di voce abbastanza alto rispetto ad altre
culture fa sì che si sia diffuso uno stereotipo che raffigura gli
italiani come aggressivi e invadenti. In generale, nel mondo intero,
quando un comico vuole imitare un italiano si mette ad urlare e a
muovere in maniera forsennata braccia e gambe. Ciò è dovuto al fatto
che molto spesso i film, e quindi l'immagine dell'Italia in
circolazione, sono interpretati da attori meridionali, il cui
gesticolare è ancora più marcato rispetto al resto d'Italia.
Può essere utile individuare degli elementi della gestualità da
confrontare nelle varie culture per poter avere un'idea della
complessità e della ricchezza di significati di questo linguaggio.
Comunicare con il corpo
Comportamento
|
Interpretazione italiana
|
Interpretazione in altre
culture
|
Sorridere mentre si
ascolta
|
generico accordo o almeno
comprensione di quello che viene detto
|
In Giappone: può indicare
disaccordo ma timidezza nel manifestarlo; in
Giappone non vige l'equazione "silenzio"="assenso"
|
Guardare dritto negli
occhi mentre si ascolta
|
segno di franchezza e
attenzione
|
in Estremo Oriente o nei
paesi arabi: fissare un uomo dritto negli occhi =
sfida, fissare una donna = proposta erotica
in Cina: segno di attenzione
in Giappone: ci si guarda di quando in quando, ma
mai durante un commiato: gli occhi vanno focalizzati
a terra, in un punto a lato della persona che si sta
salutando.
|
Tenere gli occhi
abbassati, quasi chiusi in una fessura
|
disattenzione
|
in Giappone: forma di
rispetto, per comunicare che l'attenzione è massima,
che non si vuol correre il rischio di distrarsi
in molte culture eurasiatiche e africane: rispetto
del subordinato (e soprattutto della subordinata)
nei confronti di un superiore.
|
Alzare gli occhi al cielo,
eventualmente accompagnando il gesto con un leggero
click della lingua
|
in Sicilia ed in molte
culture del Mediterraneo orientale: ha significato
di negazione.
|
Muovere la testa
ripetutamente da dx a sx
|
Muovere la testa
ripetutamente da dx a sx
|
in India, nello Sry Lanka:
"sì"
|
Muovere la testa dall'alto
verso il basso
|
"Sì"
|
nello Sry Lanka: "no"
|
Mettere entrambe le mani
in tasca
|
estrema informalità, non
consentito alle donne
|
In Cina: posizione non
accettata, offensiva
In Turchia: può portare al licenziamento
|
Stringere la mano in
maniera molto decisa
|
dimostra sincerità e
"virilità"
|
nelle culture
euro-americane: dimostra sincerità e "virilità"
in Germania: non è virile ma "sincera", per cui
anche una donna la utilizza
in Oriente: la stretta di mano è inusuale
(soprattutto in Corea e Giappone, dove il saluto è
di solito un inchino)
|
Inchinarsi
|
Segno, ormai usato molto
raramente e solo in contesti ufficiali, per
esprimere stima e rispetto
|
|
Usare la mano sinistra
|
nessun significato; da
evitare solo nella stretta di mano
|
nella cultura araba: la
mano sinistra è impura e quindi va considerata come
inesistente
|
Sollevare indice e medio
della mano destra a "V"
|
segno di vittoria
|
in Inghilterra: "vittoria"
se il dorso della mano è rivolto verso chi parla; un
insulto se il dorso della mano è rivolto verso chi
ascolta:
|
Tenere il pugno chiuso e
il pollice eretto verso l'alto
|
OK, d'accordo (di
derivazione statunitense)
|
in estremo Oriente:
significa "te lo metto..."
in Brasile: significa "grazie"
in Indonesia: "dopo di te"
|
Tenere pollice e indice
uniti a formare una "O"
|
OK, d'accordo (di
derivazione statunitense)
|
nei paesi slavi: significa
"Ti faccio un ... grande così"
|
Far oscillare basso-alto
la mano rivolta verso l'alto con le dita raccolte a
grappolo
|
"Ma che cavolo dici?"
|
in Turchia: significa
"Ottimo, eccellente", soprattutto se rivolto a una
donna
|
Colpire oscillando dal
basso con la mano destra la sinistra tenuta ferma, ,
tenendo le due mani a taglio
|
"Taglia l'angolo", "Fila
via"
|
in Turchia: significa, in
maniera molto volgare, "Te l'ho messo in ..."
oppure, riferito a una donna che passa, "Quella me
la sono fatta"
|
Mostrare il pugno con il
polpastrello del pollice che sbuca tra indice e
medio
|
"Ti ho rubato il naso!"
(ai bambini)
|
In Turchia: significa "Va
ffa'...!"
|
Stringere la mano a pugno,
rivolto verso l'alto, con l'avambraccio teso in
avanti, e poi avvicinare il pugno al corpo
|
invito a "stringere", a
riassumere
|
in Turchia: volgare invito
sessuale
|
Tenere la punta delle dita
unite appoggiata sul pomo d'Adamo e poi muoverla più
volte verso l'esterno, sfiorando il mento.
|
"Me ne frego"
|
in Turchia: gesto privo di
intenzionalità comunicativa, in quanto i Turchi
hanno una barba molto fitta e dura, che irrita la
pelle mentre cresce.
|
Accavallare le gambe
|
nessun significato
|
nei paesi arabi: vivono
questi atteggiamenti in maniera molto risentita,
perché ritengono che si comunichi disprezzo o
addirittura che si voglia dire: "vattene da qui"
|
Appoggiare la caviglia al
ginocchio lasciando che si veda la suola delle
scarpe
|
comunica scarso rispetto
|
Togliersi le scarpe
|
gesto maleducato e
irrispettoso
|
Nelle culture scandinave e
in quelle medio ed estremo-orientali: gesto
naturale, che indica relax o rispetto (vedi moschee)
|
Detergersi il sudore in
pubblico
|
Gesto accettato, ma da
fare con discrezione
|
in medio oriente e
Turchia: non è ben educato asciugarsi la fronte in
pubblico
in Giappone (come nelle discoteche occidentali): il
sudore ha un valore positivo, indica sincera
partecipazione
|
Soffiarsi il naso
|
è permesso, ma con
discrezione
|
in Giappone: considerato
irrispettoso e volgare (il muco viene tamponato con
un fazzoletto)
in Turchia: considerato irrispettoso e volgare (il
muco viene inspirato, anche rumorosamente, ed
inghiottito)
|
Ruttare e dar il sfogo a
rumori intestinali
|
|
in Asia: meglio tollerati
in Giappone: una specie di risucchio indica
soddisfazione dopo un pasto
in Scandinavia, in Russia, nel Sud-est asiatico: è
permesso ruttare dopo un pasto
|
Vomitare
|
vietato
|
in Giappone: il vomitare
per postumi di un'ubriacatura è una sorta di omaggio
ai compagni con cui si è trascorsa una bella serata
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Sputare e scatarrare
|
vietato
|
in Oriente e, in parte,
nelle culture arabe e nero-africane: è comunissimo
|
Starnutire
|
vietato fino a una
generazione fa, viene oggi ammesso, in quanto
trattenerlo può far male; in molte culture chi
starnutisce riceve un augurio: "Salute!", "(God)
bless you!", "A tes souhaits!" "Bud' zdarov'!")
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Toccarsi i genitali
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maleducato
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Cultura greca: gesto
offensivo che significa "ti mostro che cosa sei: un
c..."
in Turchia: la maggior parte dei maschi rade la
peluria pubica e genitale e toccarsi che dipende dal
prurito dei peli che ricrescono
|
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