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3 esercizi sull'attenzione

— Pierangelo Garzia —

 

Certe volte in famiglia, o al lavoro, ci si comporta in maniera sempre uguale, per anni, senza che nessuno si chieda perché e, soprattutto, se questo sia ancora utile o vantaggioso. Poi qualcuno si risveglia dal torpore e comincia a rivolgere e porsi domande al riguardo. L'incantesimo che lasciava tutti nel sonno della ragione si rompe, per scoprire che non c'era alcun motivo particolare per svolgere certi compiti sempre allo stesso modo, introdotto da qualcuno nel passato. Salvo la routine. L'esecuzione abituale di certi compiti - solo perché ci hanno mostrato a farli in quel determinato modo - senza l'uso della consapevolezza, offusca l'intelligenza e, ancor peggio, accresce la possibilità di commettere errori. A volte anche gravi, se si eseguono attività che coinvolgono direttamente la vita o l'incolumità di altre persone.

Molti esperimenti sono stati svolti negli anni dagli psicologi per dimostrare che i nostri atteggiamenti mentali e il contesto in cui ci troviamo ad agire, condizionano scelte e comportamenti. La nostra mente si comporta come una "semplificatrice" della realtà circostante. Però finisce anche per limitarci e danneggiarci. Uno psicologo cita per esempio il caso in cui, alla cassa di un supermercato, gli venne chiesto di firmare un modulo di acquisto. Dopodiché passò alla cassiera la propria carta di credito. Essendo nuova, si era scordato di firmarla sul retro. Cosa che fece al momento. Quando consegnò la carta firmata alla cassiera, questa si mise a confrontare se la firma della carta corrispondesse a quella del modulo firmato un attimo prima. E questo perché molte delle nostre azioni quotidiane vengono svolte inserendo il "pilota automatico", senza porre la minima consapevolezza in ciò che stiamo facendo.

Se da una parte gli automatismi ci aiutano a svolgere compiti ripetitivi (una volta appreso, non dobbiamo pensare ogni volta come scrivere col pc, guidare un'auto o nuotare), dall'altra dobbiamo fare in modo che essi non colonizzino tutta la nostra mente, in ogni momento della giornata. È invece importante capire quando economizzare le nostre energie inserendo il "cambio automatico" mentale e quando, invece, reintrodurre la consapevolezza nelle nostre azioni. Buona parte di raggiri e truffe in cui si può cadere vittime (telefonate con proposte di contratti vantaggiosi, mail con offerte allettanti, gente che ferma per strada per chiederci qualcosa) sfruttano proprio le circostanze in cui la nostra mente non è pienamente vigile. La psicologa sociale Ellen J. Langer ci spiega tutto ciò nel suo libro "La mente consapevole" (Corbaccio), divenuto un classico del genere. Ne prendiamo spunto per proporvi qualche esercizio.

 
Primo esercizio

La vigilanza della nostra mente viene deviata e ingannata in molti modi. Ci possono essere proposte o messaggi pubblicitari realizzati apposta per lo scopo. Come quando un negozio annuncia una "immediata chiusura" per vendere la merce in esposizione, e magari l'annuncio rimane affisso per mesi. Per poi essere sostituito da un altro analogo. Senza che il negoziante abbia la minima intenzione di cessare l'attività. Ma possiamo anche noi stessi limitare la gamma delle nostre scelte, per esempio quando imputiamo tutti i nostri guai e le nostre difficoltà a una singola causa. In alcune ricerche sul divorzio, gli psicologi hanno constatato che le persone soffrono molto di più quando danno tutta la colpa del fallimento del matrimonio all'ex coniuge, piuttosto che vedere molte motivazioni possibili della loro condizione. Provate a riflettere a casi analoghi della vostra vita e a rispondere confrontandovi con altri.
 

  • In certi casi la colpa è solo e unicamente di una singola causa o persona, per esempio...

  • Non ci sono mai circostanze in cui si possa incolpare una singola causa, in quanto...

Secondo esercizio
 

Un altro ambito in cui abbiamo modo di sperimentare la nostra mancanza di attenzione e consapevolezza, è l'uso delle nuove tecnologie. Spesso spendiamo cifre cospicue per assicurarci il cellulare superaccessoriato, di ultimissima generazione, per poi usare le solite 2-3 funzioni, che troveremmo in apparecchi di molto minor costo. Così per l'uso del computer, del videoregistratore o del lettore mp3. E la giustificazione, magari, è sempre che il manuale è troppo astruso, complicato, di difficile comprensione. Provate a rispondere con altri e poi a confrontare le rispettive risposte.
 

  • Non bisogna perdere tempo con lo studio dei manuali, ma usare subito i nuovi apparecchi, in quanto...

  • Per sfruttare al meglio le nuove tecnologie, occorrono anche attenzione e impegno, in modo che...

Terzo esercizio

Il passato influenza il nostro presente. Non è una affermazione da dottor Freud, ma la constatazione che certe situazioni verso cui ci siamo trovati in difficoltà in passato, possono renderci passivi e inerti oggi, di fronte a situazioni simili. Gli psicologi la definiscono "impotenza appresa". Per uscirne occorre fare appello alla consapevolezza, per cercare invece elementi di novità, e quindi differenti soluzioni, che si presentano in ogni occasione. Provate a rifletterci e a rispondere con altri.
 

  • Facile a dirsi, ma quando hai fallito una volta, poi capita che...
  • Le situazioni non sono mai uguali alle precedenti, per cui...
Articolo preso da Psycologies.it