I PALADINI DI FRANCIA |
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Pupi (dal latino pupus, i, che significa bambinello) sono le caratteristiche marionette armate di quel teatro epico popolare che, venuto probabilmente dalla Spagna di Don Chisciotte, operò a Napoli e a Roma, ma sopratutto, dalla prima metà dell’Ottocento, in Sicilia, dove avrebbe raggiunto il suo massimo sviluppo.
I pupi sono espressione “splendente” di quello spirito epico, eroico e cavalleresco, che dalla Chanson de geste medievale ai grandi poemi del Boiardo e dell’Ariosto, a tutta una tradizione letteraria, musicale, figurativa, e in particolare teatral popolare, segna lo sviluppo di un’educazione sentimentale e di una visione etica e poetica del mondo.
I pupi esprimono la volontà di continuare a battersi in quella che è stata definita “la più invisibile delle guerre invisibili” che, con i nostri ideali, sosteniamo dentro di noi più che fuori. Non a caso i pupi costituiscono un umile ma tenace segno di contraddizione e di resistenza rispetto alla logica della rassegnazione e del peggio, che è di tanta cultura e letteratura di “vinti”.
I pupi ci aiutano a capire il Gran Teatro del Mondo, dove si è fin dalla nascita “agiti”, giusta l’idea pirandelliana secondo la quale “siamo tutti pupi” (marionette, burattini, maschere, ombre), animati—stando alla Bhagavad Gita—dall’ onnipotente Spirito divino, che è nel cuore di tutti gli esseri e tutti agita al ritmo incalzante del tempo, col potere della meraviglia”.
Con i pupi possiamo aprirci un varco verso quel pò di libertà che si può conseguire nella recita “a soggetto” del sacro canovaccio del destino, e affrontare il pathos dell’ esistenza in un “catartico” gioco di arte e di poesia. In tal senso, un teatro come quello dei pupi può essere “necessario, … essenziale come il pane”.
E' opportuno distinguere il burattino, la marionetta, il pupo. Il burattino è animato dal basso, direttamente da pollice, indice, medio della mano o da asticelle. La marionetta è animata dall'alto, esclusivamente per mezzo di fili. Il pupo è anch'esso animato dall'alto, ma, al posto dei fili, ha per muovere la testa e il braccio destro due sottili aste di metallo. I pupi portano in scena l'epica dall'Iliade e dalla Bibbia alla Chanson de Roland e ai romanzi dell'epopea cavalleresca. Si ritiene che l'epopea carolingia sia arrivata in Sicilia con i Normanni, nel sec. XII. Che essa sia stata fatta propria dalla gente fin da allora o che sia diventata epopea popolare successivamente, poco importa; è certo che ha trovato in Sicilia uno straordinario favore per cui si è conservata fin ai giorni nostri.
All'inizio furono soprattutto i cantastorie a tramandarne il ricordo. A partire dal sec.XIX il racconto popolare dell'epica cavalleresca franco normanna utilizzò il pupo già conosciuto rivestendolo di foggie che si rifacevano alla iconografia cinquecentesca. Gli eroi paladini, rappresentati nel teatro dei pupi, unitamente alla esalazione dei valori morali di cui sono campioni, mettono in risalto il confronto tra la civiltà europea ed islamica, del cui urto la Sicilia è stata teatro: per questi valori i paladini lottano e muoiono, rimanendo cosi nella cultura popolare tra il mito e la storia vera.
A Catania (il pupo della tradizione catanese è alto circa m. 1,30 e pesa dai 15 ai 35 chilogrammi), all'inizio del secolo, operavano numerosi teatri che mettevano in scena diverse storie. Ogni "storia" veniva narrata con cicli rappresentativi che potevano prolungarsi, serata dopo serata, anche per mesi.
Ogni singola rappresentazione veniva preannunciata da un "cartello" con la scena principale della serata e con una sintetica descrizione del programma. Il commento musicale, quando c'era, era affidato a musicanti di mestiere (generalmente un violino, un mandolino, una chitarra) che, su indicazione estemporanea del "parlatore", eseguivano brani in voga, veloci o lenti, a seconda dell'azione scenica.
I pupi non hanno fili come le marionette. Con le aste i pupari li muovono sullo sfondo di scenari ingenui e colorati. Li muovono al ritmo degli scudi e delle spade. Ma i pupi non sono marionette. La parola ha anche questo significato amaro. "Pupi siamo, caro Signor Fifì! Lo spirito divino entra in noi e si fa pupo. Pupo io, pupo lei, pupi tutti" (L. Pirandello, Il berretto a sonagli, a.I)
C’è tanta disperata amarezza in queste parole. Un’amarezza meridionale. I pupi e i pupari. Le parole possono avere significati amari. Ma il teatro dei pupi ha un altro significato. Il teatro dei pupi non è un teatro di marionette.
I pupari che dietro i fondali li muovono, i pupari "di l’opra de’ pupi" hanno per i pupi il rispetto "che ogni pupo vuole portato". Il rispetto che Ciampa, pupo strozzato dai fili, chiede per sé. Forse invano. Questi pupari non soffocano i pupi. Questi pupari animano i pupi. Danno voce e sentimento alle loro "bambole" coperte di armature improbabili. In un tempo in cui le bambole non gracidavano suoni in falsetto, così i bambini davano voce e sentimento ai pupi regalati dai morti.
I pupari raccontano le loro storie improvvisando e recitando. Raccontano come si raccontava una volta, quando il narratore parlava in un cerchio di occhi sgranati e credeva anche lui nella sua favola. I pupari raccontano storie di ribelli. Raccontano la favola di quelli che si battono contro un potere prepotente e incomprensibile e in qualche modo riescono a vincere. Una favola. Una favola siciliana. E i paladini ne sono i nobili protagonisti. Nobili non perchè sono conti e baroni e indossano costumi colorati e luccicanti, ma perchè loro, almeno loro, non combattono pe sè.
I paladini combattono per la religione, per l’amore, per la gloria, per la fedeltà. Non combattono per diventare ricchi e potenti. Forse per questo oggi la loro favola appare una rivisitazione nostalgica di un passato teatrale, incerto tra folklore e cultura. Ma il teatro dei pupi è ancora teatro. E in esso gli attori si confondono con i personaggi proprio perchè non ne indossano i panni e la maschera. Perchè non occupano la scena e non avanzano alla ribalta.
L’opera dei pupi è ancora teatro. I pupari veri sono ancora gente di teatro. I fratelli Napoli sono pupari veri, non soltanto ostinati cultori di una tradizione familiare. Sono anche questo ma non solo questo. Sono gli eredi e i continuatori di una grande avventura. Un’avventura artistica affascinante. Un’avventura scandita dal ritmo delle generazioni. Da generazioni, infatti, creano un linguaggio teatrale, fatto di parole, di movimenti, di immagini, di suoni. E sono autori e attori, scenografi e costumisti, tecnici delle luci e musicisti, impresari e macchinisti. E sono protagonisti di uno spettacolo che nasce con spontanea immediatezza dal contatto con un pubblico partecipe e, insieme è frutto di un grande impegno professionale. L’opra de’ pupi dei fratelli Napoli è teatro. Non si spiega altrimenti il successo di alcuni loro tentativi di rinnovare, senza stravolgerla, la formula del teatro dei pupi. In essa hanno calato testi non ispirati all’epopea cavalleresca. Hanno rinnovato temi e utilizzato canali di trasmissione diversi da quelli tradizionali. E il pubblico ha capito. I fratelli Napoli non rispolverano schemi mummificati ad uso di spettatori distratti e compiacenti. Fanno teatro. I pupi dai loro volti espressivi e dai colori squillanti ne sono gli attori.
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UN PO' DI STORIA DI CARLO MAGNO |
Re di Francia, grazie a Lui la Francia ed il Cristianesimo ebbero un periodo di vero splendore. Re Carlo a capo del suo valoroso esercito accumulava in ogni battaglia vittoria su vittoria, tanto che il suo esercito veniva considerato il più forte, praticamente imbattibile, tutto questo grazie ai Paladini di Francia la cui nascita si deve proprio a Re Carlo. Egli regnò per moltissimi anni diffondendo, nelle terre conquistate, la fede in Cristo. Fù un Re giusto, nobile e generoso sebbene in certe occasioni si mostrò di animo troppo debole ed ingenuo. Egli morì nell’anno ottocentoventisette lasciando il regno a suo figlio Aluigi che ne continuò le gesta. La sua salma fù seppellita ad Arles secondo il suo volere. |
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Angelica è la dama contesa fra due dei più importanti Paladini di Francia. Orlando e Rinaldo se la contesero e pur essendo entrambi al servizio di Carlo Magno divennero nemici per amore della bella Angelica |
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UN PO' DI STORIA DI ORLANDO |
La notizia della fuga di Berta con Milone conte d’Aglante suscitò in Re Carlo ira tremenda. Emanò un editto con cui li bandiva dal regno . Intanto Orlando crescendo mostrava segni di grande coraggio e di forza. Vagando nei folti boschi, ora in lotta con un velenoso serpente, ora con qualche orso, sapeva sempre trarsi d’impaccio uccidendo l’uno e l’altro. Accadde che Carlo Magno incoronato imperatore faceva ritorno in Francia, quando colto da un lieve malore fu costretto a fermarsi a Sutri dove tenne corte degna di sé, ed ordinò che tutti i poveri fossero nutriti e vestiti. Fra gli altri presentatosi anche il giovanetto Orlando di cui le avventure erano state narrate all’imperatore, che volle conoscerlo e sentire la sua storia. Riconosciuto nel giovanetto il figlio di sua sorella lo accolse con molta gioia e lo condusse con sé in Francia insieme alla sua amata sorella Berta, madre del giovanetto. La prima prodezza dove Orlando mise in mostra il suo valore di grande guerriero fù quando uccise a colpi di bastone il potente saraceno Altomonte (assassino del padre Milone) e ne vestì le sue armi. In seguito ad altre moltissime imprese audaci e valorose fu eletto primo Paladino di Francia. Sposò Aldabella, e vissero felici ed innamorati. Ma il destino voleva ben altra cosa e così un giorno si presentò alla corte di Francia una donzella ed un cavaliere scortati da quattro giganti, la fanciulla, che altro non era che la bellissima Angelica fece innamorare tutti i paladini, tra cui anche il prode Orlando, che per Lei perse la ragione. Astolfo, amico di Orlando, per volere di Dio sull’Ippogrifo, cavallo alato, volando in paradiso recupera il senno di Orlando, il quale rinsavito si butta a capofitto in combattimenti contro gli infedeli ed in gesta eroiche degne del suo valore affinché la giustizia trionfi. Finché in un infausto giorno trovò la morte nella battaglia di Roncisvalle. |
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UN PO' DI STORIA DI RINALDO |
Dall’unione di Amone (fratello di Milone) e Beatrice (figlia del Duca Namo) nacquero due figli, un maschio a cui fu dato il nome di Rinaldo ed una femmina di nome Bradamante. Rinaldo sin da giovanetto diede prova di grande forza e coraggio, cosicché un giorno mentre andava con la madre fu avvicinato da un bella signora che le diede un’armatura completa ed un elmo, poi le disse che sia l’armatura, che l’elmo erano incantati . E se la madre non era stata fedele al marito appena le avrebbe indossate sarebbe morto. Rinaldo sicuro dell’onestà della madre senza esitare un attimo indosso tutto. La signora volle allora che Rinaldo le giurasse di vendicare l’onore della madre che era stato ingiustamente intaccato dal vile Gimano. Intanto in Francia si combattevano dure battaglie contro gli infedeli con grande successo per i paladini di Francia e di Carlo Magno. A questa battaglie prendeva parte anche Rinaldo che in incognito si batteva contro i saraceni con immenso valore, tale fù l’onore con cui Rinaldo si batteva che destò la curiosità di Carlo Magno, che le chiese di svelargli il suo nome affinché potesse onorarlo come meritava. A tal richiesta Rinaldo si mostrò ben lieto di farsi riconoscere a patto che il Re non si opponesse ad un combattimento fra Rinaldo ed un cavaliere della corte reo di avergli oltraggiato ingiustamente la madre. Carlo anche se non del tutto convinto acconsentì al duello e fu cosi che Rinaldo facendosi riconoscere da Carlo sfidò a duello Gimano di Bajona e lo uccise. Si deve sapere che Rinaldo prima di giungere al fianco di Re Carlo ed acquistare tanto valore aveva, per amore di una fanciulla di nome Clarice, ferito mortalmente un cavaliere di nome Alcasto di Tessaglia. Aveva anche vinto, in feroce duello, il superbo gigante Atlante e si era impossessato della di lui spada la fine Frusberta, aveva altresì rincorso e abbattuto il cavallo incantato di nome Bajardo con la sola forza delle sue mani e quindi ne era diventato il legittimo proprietario. Dopo tutte queste avventure il prode Rinaldo insieme al suo amico Florindo intraprese un viaggio durante il quale cento peripezie accaddero ai fidi amici, ma essi si seppero trarre in salvo, sia quando dovettero liberare il castello della maga Arbettina dall’insidia di un terribile gigante, sia quando uccisero Francardo ed i terribili fratelli di Mambrino e liberarono più di trenta fanciulle tenute prigioniere dal gigante Brunamonte uccidendolo. Ma tutto ciò non bastò ai due fieri amici che sempre in cerca di nuove avventure si incamminarono per il mondo. Fin quando non giunsero nel regno della bella regina pagana di nome Floriana che ammaliata dal coraggio e dalla bellezza del prode Rinaldo usò tutto il suo fascino per legare a sé e far nascere nel cuore del giovane Rinaldo una arcana fiamma amorosa, che le fece dimenticare la sua cara Clarice; quando una notte le apparve in sogno una soave donzella che le ricordò come lui fosse legato prima al suo giuramento di valoroso difensore del Cristo, e poi alla sua fida e mesta Clarice. Rinaldo allora si svegliò, e prendendo coscienza della realtà fuggi da Floriana per far ritorno dalla sua amata. Ritornato a Parigi per un malinteso crede di perde l’amore di Clarice, in una disputa avuta con Anselmo di Magonza lo uccide. In seguito a questo episodio viene espulso dalla corte di Francia. Accadde cosi che un giorno mentre Rinaldo viaggiava senza meta, vide un cavaliere che sosteneva fiera battaglia con molta gente armata , il prode Rinaldo non perse tempo ed andò in aiuto al valoroso cavaliere che altri non era che il suo fido amico Florindo. Da uno dei guerrieri rimasto ancora vivo seppe che la bella Clarice era prigioniera di Mambrino che la voleva sposare, preso da un grande furore corse a liberarla insieme al suo amico Florindo, ma poté riuscire nell’impresa grazie suo cugino Malagigi valente mago. Ritornato in Francia con la sua bella Clarice fu perdonato da Carlo che per renderlo degno sposo di Clarice lo fece signore del principato di Montalbano. Intanto era venuto il momento che la regina Floriana partorisse, cosi a sua insaputa Rinaldo diventa padre di due figli un maschio di nome Guidone ed una femmina di nome Carinda. Altre gesta eroiche faceva intanto il prode Rinaldo come uccidere il terribile Mambrino ed impossessarsi del suo elmo incantato, ed abbattere ed uccidere la valorosa e fiera Rovenza che sia per il suo valore sia per il suo mantello incantato aveva battuto tutti i paladini. Nel frattempo Clarice rendeva padre Rinaldo partorendo un figlio maschio di nome Giovone. E dopo alcuni anni fu padre per la seconda volta di un altro figlio chiamato Giunetto. Con l’arrivo di Angelica alla corte di Francia per Rinaldo iniziano di nuovo le odissee, in quando anche lui ,come tutti i paladini, si innamora della bella Angelica e le corre dietro prima preso di amore, poi quando e amato dalla bella Angelica la rifugge, e dopo la insegue ancora preso di amore, ma abbandona l’inseguimento per andare in aiuto ai paladini che si trovano a far guerra e sono in difficoltà. Altre imprese amorose aspettano il paladino, come il suo innamoramento per la stupenda Leandra, il suo innamoramento per Bellisarta figlia del re di Napoli, che a sua volta era stata prescelta da Carlo come sua sposa, e proprio per questo suo innamoramento scellerato porta se stesso e tutta la sua famiglia all’esilio. Dopo aver tanto patito ed essersi veramente pentito Rinaldo ritorna da Carlo e le chiede perdono.
Avuto il tanto sospirato perdono Rinaldo
combatte nelle file dei paladini nell’infausta battaglia dove
sopravvisse a suo cugino Orlando, ma dopo averlo vendicato chiedendo (e
ottenendo) a Carlo di far squartare il traditore Gano, e dopo aver
rifiutato il regno di Trabisonda, indossò le vesti di frate ed entrò in
un convento dove restò fino alla sua morte. |
PALADINO DI FRANCIA |
UN PO' DI STORIA DI RUGGIERO DI RISA |
Ruggiero di Risa , figlio di Rampaldo e amico di Milone volle portare egli stesso la notizia del perdono del cognato Carlo Magno all’amico, che trovavasi in Africa presso il re Agolante. Ma avvenne che Ruggiero ignaro della via che doveva prendere dopo essere sbarcato in Africa, si condusse nella città del Re Guarnieri il quale aveva una figlia bellissima di nome Claudiana. Vedersi e innamorarsi fu per i due giovani un sol punto, cosi seguirono molti appuntamenti clandestini ed in uno di questi i due si amarono e progettarono di fuggire insieme. Ma ohimè durante il viaggio la nave che trasportava i due fu attaccata da un bastione di pirati che furono massacrati dal valoroso Ruggiero, ma anche la bella Claudiana sorpresa da una mareggiata cadde nelle acque, e malgrado Ruggiero la cercasse come un forsennato non riuscì a trovarla e credendola morta non le rimase altro che abbandonare ogni speranza, così afflitto per la perdita si lasciò trasportare dalla nave che rimase in balia di se stessa e trasportata da impetuosi venti, fu sbalzata sulle coste della Sicilia. Riavutosi noleggia un’altra nave e si dirige a Risa. Claudiana che era caduta in mare nuotò fino allo svilimento. Già pensava di morire, quando un capitano d’una nave la soccorse e la portò nell’alta Armenia, dove diede alla luce un bellissimo bimbo di nome Cladinoro. Intanto Agolante con i suoi tre figli tra cui la invitta Galliacella si mosse alla volta di Risa per far guerra, ma non volendo spargere sangue innocente uno dei figli di Agolante sfida a singolare tenzone Ruggiero, ma prima di combattere chiede a Ruggiero se vuole lasciare la religione cristiana e il suo regno, ed in cambio diventare Re in un regno in Africa, Ruggiero alzando la visiera rifiuta categoricamente. Galliacella, presente a questo colloquio e visto il soave volto di Ruggiero se ne innamorò. E dopo aver combattuto valorosamente ed essere stata scavalcata da sella da Ruggiero, che pure era preso d’amore per l’invitta fanciulla, Galliacella confessò a Ruggiero il suo amore, il quale le giurò eterno amore e la condusse in Risa come sua sposa. Ma dopo non molto tempo Beltramo infido fratello di Ruggiero, a tradimento uccide il padre e quest’ultimo. Galliacella consunta dal dispiacere per la morte del suo caro, si rifugia in un bosco dove, dopo avere partorito due figli un maschio Ruggiero e una femmina Marfisia, muore. |
PALADINO DI FRANCIA CUGINO DI ORLANDO |
UN PO' DI STORIA DI ASTOLFO |
Astolfo cugino di Orlando, prode paladino di Francia, sin da giovanetto si mostrò uno spirito libero attratto dalle armi e dalle belle donne, voglioso di gloria andò in giro per il mondo in cerca di avventure. Ebbe molte avventure sia amorose che cavalleresche. Ma l’avventura più importante fù quella che lo vide protagonista nel recuperare il senno di Orlando dal Paradiso, cosi ritornato sulla terra fa rinsavire Orlando e per mezzo di un corno magico riesce a disfare l’esercito pagano di Agramante. Seguono molte altre avventure in cui Astolfo insieme con gli altri paladini mostra immenso valore. In seguito a queste avventure incontra la bella Forisena figlia del re Corbante, la salva dalla vipera a cui doveva essere immolata liberando cosi anche il regno. Astolfo combatte ancora insieme ai paladini riportando successi su successi, finché un infausto giorno, per tradimento di Gano di Magonza, trova la morte insieme alla maggior parte dei paladini a Roncisvalle. |
PALADINO DI FRANCIA |
UN PO' DI STORIA DI AGOLACCIO |
Agolaccio fratellastro di Orlando, Paladino di Francia, divenne per volere di Re Carlo Signore di Capua e governatore di Benevento in seguito al suo valore e coraggio mostrato in battaglia. Insieme ad altri paladini scacciò i pagani dal regno di Sanseverino e ne sposò la regina Baldiana e con essa visse in pace nel suo regno, finché un giorno andò a combattere insieme ai paladini a Roncisvalle e qui trovò la morte insieme alla maggior parte dei paladini. |
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PALADINO DI FRANCIA FRATELLO: RUGGIERO di RISA |
UN PO' DI STORIA DI BRADAMANTE |
Anche lei come il fratello ed il cugino, fu una valorosa paladina ed una accanita sostenitrice della fede cristiana, sia nelle battaglie, che nella vita fu degna dei suoi illustri parenti. Combatté molte battaglie al fianco di Re Carlo ed in tutte si distinse per il suo valore e per aver sterminato gran numero di infedeli ed anche terribili giganti come, Teorco e Crollamonte. Accade un giorno che Bradamante conobbe Ruggiero (figlio di Ruggiero di Risa e Galliacella ) non ci volle molto affichè i due si innamorassero, ma lei era cristiana e lui era pagano, essendo esso stato allevato dal mago Atlante, ed inoltre il mago saputo in anticipo il destino di Ruggiero le ha fatto un incantesimo che lo tiene lontano dall’amore. La valorosa ed innamorata Bradamante con l’aiuto della maga Melissa riesce a rompere l’incantesimo del mago Atlante e libera il suo amato Ruggiero, ma vennero di nuovo divisi. Intanto che Bradamante era occupata in aspre battaglie contro gli infedeli viene a conoscenza che il suo Ruggiero era stato ferito e si trovava a letto curato da una valorosa guerriera di nome Marfisia , e seppe anche che una volta guarito i due si sarebbero sposati. A sentir questo Bradamante divenne "pazza di gelosia" e giurò di vendicarsi. Cosi andò in cerca sia di Ruggiero che di Marfisia. Seguì una aspra battaglia prima tra Bradamante e Marfisia , e poi tra Ruggiero e Marfisia. Ruggiero stava per uccidere Marfisia, quando lo spirito del mago Atlante lo fermò svelandogli che Marfisia era sua sorella, e consigliò a Bradamante di andare d’accordo con Marfisia in quanto presto le sarebbe diventata cognata.
Ma non era arrivato il tempo in cui era destinato che Bradamante e
Ruggiero si unissero in matrimonio, infatti i due furono di nuovo
divisi. |
UN PO' DI STORIA DI CARINDA |
Carinda, paladina di Francia, figlia di Rinaldo e Floriana, degna figlia del padre sin da giovane andava per armi, cosicché un giorno cadde prigioniera di una banda di malandrini, che l’avrebbero di certo uccisa se non fosse venuto in suo aiuto il prode Cladinoro. Una volta salva i due giovani si conobbero e si innamorarono, ma presto furono divisi, in quanto Carinda fù rapita da un carro alato comandato da sua zia la maga Medea. Presa d’amore per Cladinoro la bella Carinda non poté sopportare di rimanerle lontana cosi durante la notte bruciò i libri magici della zia e scappò alla ricerca del suo amato. Dopo tanto peregrinare, ed aver compiuto gesta di inaudito valore, tra cui e non ultimo, quello di liberare sua zia Bradamante dal vile e astuto mago Archirolo, poté riabbracciare il suo amato Cladinoro. Una volta ritornati in Francia alla corte di Carlo Magno i due innamorati si unirono in matrimonio. |
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UN PO' DI STORIA DI CLADINORO |
Cladinoro, paladino di Francia, figlio di Ruggiero di Risa e Claudiana, fin da giovane mostrò una grande forza e immenso coraggio. Compi molti atti eroici, ma il più importante fù quello di uccidere il terribile mostro che terrorizzava gli abitanti del regno del re Soldanella, il quale visto ciò adottò Cladinoro come suo figlio. Ma al giovane non piaceva la vita facile cosi un giorno andò in cerca di gloria. Partecipò alla giostra tenuta da Barbassore di Russia, la vinse battendo il terribile gigante di nome Scapigliato, ed ottenne l’amore della bella Rosetta figlia di Barbassore, ma per errore fù creduto traditore e dovette fuggire. Nel suo lungo andare compi valorose battaglie, ora da solo, ora nelle file dei cristiani, finché un giorno destino volle che incontrasse la bella e valorosa Carinda di cui si innamorò corrisposto. Il loro amore però duro poco, infatti Carinda fù rapita da un carro alato, invano Cladinoro cercò di seguirla senza raggiungerla. Per ritrovare la sua amata affrontò mille perigliose imprese, ma alla fine i due si ritrovarono e si sposarono. Cladinoro divenne padre di un bambino di nome Gandellino, nato in seguito alla sua unione con Rosetta di Russia (che a sua volta aveva sposato Gradasso). |
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UN PO' DI STORIA DI FERABA |
Feraba sin da giovanetto amava cacciare leoni, tigri ed altre bestie feroci, era un valido aiuto per la custodia della fortezza dove viveva con la madre. Un giorno la madre le svelò il segreto della sua nascita, allora Feraba spinto da una ingiusta convinzione pensò che il padre lo avesse abbandonato a causa di re Carlo, e giurò di andare in Francia per vendicarsi uccidendo Carlo e i suoi paladini. Malgrado le inutili esortazione materne ad abbandonare la insana idea Feraba partì per la Francia. Lungo il suo cammino incontrò una donzella insediata da alcuni cavalieri, Feraba la salvò e se ne innamorò e sentita la sua triste storia promise di vendicarla. Costei era Filidora figlia di re Abiseo ucciso a tradimento dal fratello. Feraba uccise l’usurpatore e insieme a Filidora viveva nel regno. Feraba aveva sempre l’idea fissa di vendicarsi, così un giorno armato un esercito andò a muovere guerra alla Francia. Dopo numerose battaglie in cui uccise molti cristiani, sia per mezzo della sua compagna Filidora (che si era convertita), sia per le parole persuasive di Orlando prima e di Carlo dopo, si convertì e sposò la sua compagna Filidora. Una volta sposati i due ritornarono nel loro regno dove trovarono il popolo che li acclamava e volle condividere la scelta dei suoi sovrani convertendosi al cattolicesimo. |
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UN PO' DI STORIA DI GANDELLINO |
Gandellino, paladino di Francia figlio di Cladinoro e di Rosetta di Russia, degno figlio del suo valoroso genitore, uccide il superbo e forte Creonte, che aveva ucciso il fratello, Re di S’Andrea per usurparne il trono. Gandellino ferito, ritorna vittorioso alla corte dove viene acclamato dal popolo e accolto affettuosamente da Bellaura figlia del defunto re. Si sposò con Bellaura e divenne re di Scozia. |
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UN PO' DI STORIA DI GANO DI MAGONZA |
Gano, paladino di Francia, marito in seconde nozze della bella Berta (madre di Orlando e sorella di Re Carlo). Fù un neo nell’esercito dei paladini, essendo egli il peggiore dei traditori. Gano però era anche astutissimo, infatti riusciva a convincere Re Carlo a fare qualunque cosa, e pur essendo palese a tutti che egli era un traditore Re Carlo vedeva in lui un suddito fedele ed un prode paladino. Appena era possibile cercava di rovinare o addirittura far morire i più valorosi paladini come, Rinaldo, Ruggiero, Cladinoro, Bradamante ed anche il suo figliastro Orlando. Tante volte tradì e cerco di distruggere il regno di Francia, finché un giorno ebbe l’occasione giusta , e con un vile e atroce inganno, messosi d’accordo con i pagani di Spagna, attirò i più valorosi paladini di Francia a Roncisvalle. Questi ultimi andarono a Roncisvalle per portare la pace e la conversione alla fede in Cristo, ed invece vi trovarono morte e distruzione. Dopo questo luttuoso avvenimento dove la maggior parte dei paladini, compreso il prode Orlando, morirono, il vile traditore Gano fù condannato da Re Carlo a morire squartato vivo e le sue carni bruciate e sparse al vento. |
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UN PO' DI STORIA DI MALAGIGI |
Figlio di Lucietta e Buovo di D'Agromonte (fratello di Milone), venne rapito ai genitori dal mago Merlino che lo diede in custodia a sua figlia anche essa maga, la quale lo istruì alle arti magiche e ben presto Onofrio ribattezzato Malagigi divenne un esperto dell’arte magica. Grazie alla quale aiutò in molte occasioni i paladini di Francia, togliendoli da compromettenti situazioni e salvandogli la vita. Ma anche per lui cupido era in agguato e ben presto divenne vittima delle sue frecce e sposò la bella Eraclina figlia del re Tirendo. |
PALADINO DI FRANCIA |
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UN PO' DI STORIA DI MARFISIA |
Marfisia invitta fanciulla, figlia di Ruggiero di Risa e Galliacella, era una valorosissima guerriera pagana, essendo stata allevata da Mirante re di Persia dal quale fu iniziata alle armi, e ben presto divenne più brava del maestro. Successe che Mirante vedendo crescere la bella Marfisia se ne innamorò e voleva farla sua amante. Marfisia rifiutò con sdegno tale proposta e per non essere disonorata una notte uccise l’incauto tutore. Dapprima fù condannata dal popolo, ma ben presto seppe conquistare la stima di tutto il popolo che la volle come sua regina. Nei giorni che seguirono organizzò un esercito pagano e combatté al capo di questo con grande valore, finché un giorno per volere divino, si convertì alla fede di Cristo e divenne fiera paladina della fede cristiana. Combatte molte battaglie nella fila dei cristiani ed infine si sposa con Guidone con il quale divide il suo regno di Persia. |
CONTE D'ANGLANTE - PALADINO DI FRANCIA - CAVALIERE SVENTURA FRATELLI: GIRARDO DI BOSSIGNONE, BUOVO D'AGROMONTE, AMONE (PADRE DI RINALDO E BRADAMANTE) MOGLIE: BERTA, SORELLA DI CARLO MAGNO, IMPERATORE DI FRANCIA FIGLIO: ORLANDO, 1° PALADINO DI FRANCIA |
UN PO' DI STORIA DI MILONE Innamorato di BERTA, sorella dell'Imperatore di Francia, già promessa sposa a Costantino Imperatore di Grecia, con la complicità di FRESINA, ancella di BERTA, riesce ad avere un incontro amoroso con la sua desiderata, questa non seppe resistere al dolce sentimento e lo amò. Milone il mattino seguente uscì travestito da donna per non essere riconosciuto. Questo stratagemma permise più volte ai due innamorati di amarsi finchè un giorno BERTA si accorse di essere incinta. I due scapparono da Parigi e travestiti da pellegrini si recarono in Italia, per salvarsi dall'ira di CARLO MAGNO. Berta diede alla luce un bambino di nome ORLANDO. |
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PALADINO DI FRANCIA PADRE: RANIERI, GOVERNATORE DI SUTRI SORELLA: ALDABELLA, MOGLIE DI ORLANDO MOGLIE: FEDELSMONDA FIGLI: GIRARDO (GRIFONE BIANCO) RAINIERO (ACQUILANTE NERO) |
UN PO' DI STORIA DI OLIVIERO |
Oliviero fiero paladino di Francia, nipote di Girardo di Frata, che lo lasciò a governare il suo regno e fratello di Aldabella, una volta avuto il regno dallo zio, si sottomise a Re Carlo e si convertì al Cristianesimo divenendo paladino di Francia. Combatté con valore ed onore insieme agli altri paladini per sconfiggere i pagani e diffondere nel mondo la religione Cristiana, finché un giorno fù mandato da Re Carlo insieme ad altri paladini a soccorrere la bella regina di Costanza Fedelsmonda assediata dall’esercito del gigante Tilofarne. Ucciso il gigante sposò Fedelsmonda e divenne padre di due bambini, Rainiero e Girardo. Ma un brutto giorno, mentre Oliviero era a combattere, il suo regno venne assediato ed incendiato, Fedelsmonda e i suoi figli riuscirono a salvarsi, ma la donna esausta cadde svenuta e i bambini sarebbero senz’altro morti se non fossero stati tratti in salvo da due maghe, la maga bianca che prese Girardo e la maga nera che prese Rainiero. Oliviero intanto appena vide il suo regno distrutto e non trovando più la moglie ed i figli credendoli morti cadde in uno stato di dolore e abbandono. Passarono molti anni ed Oliviero era sempre più triste, finché un giorno il destino fece sì che la famiglia si riunisse. Così Oliviero e tutta la sua famiglia vissero insieme uniti e felici per molti anni.
Ma un infausto giorno nella battaglia di Roncisvalle sia
Oliviero che i suoi figli trovarono la morte combattendo. |
PALADINO DI FRANCIA |
PALADINO DI FRANCIA |
PALADINO DI FRANCIA CUGINO DI ORLANDO, RINALDO E BRADAMANTE PADRE: BUOVO D'AGROMANTE, FRATELLO DI MILONE MADRE: LUCIETTA FRATELLO: ONOFRIO, DETTO "MALAGIGI" |
UN PO' DI STORIA DI VIVIANO |
Figlio di Lucietta e Buovo di D'Agromonte (fratello di Milone) venne rapito ai genitori dal re di Portogallo Abalante che lo chiamò Viviano. Il giovane crescendo divenne un valoroso guerriero tanto che il padre lo schierò in capo al suo esercito, ma ben presto Viviano, in seguito alla rivelazione delle sue vere origini divenne cristiano entrando cosi a far parte del grande esercito di Carlo e diventò un valido paladino di Francia. |