Corso di Musica |
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I gruppi di note irregolari Come abbiamo visto, il ritmo fissa la disposizione delle note nella battuta e ne limita il numero. Infatti in una battuta di 4 quarti si possono avere solo 1 intero, 2 metà, 4 quarti, 8 ottavi, 16 sedicesimi, ecc. Volendo avere più note del consentito si utilizzano i gruppi irregolari. Il caso più noto è quello della terzina, cioè un gruppo di 3 note inserito in un ritmo semplice che ha una durata complessiva di due note della stessa specie. Qui potete vedere che la metrica del brano è di 4/4 perciò una misura contiene due metà (semibrevi). Nel caso si voglia porre tre note nella misura occorrerà usare la terzina. In questo modo la durata complessiva delle tre note è sempre di 4/4 ma variano le singole durate.
In modo analogo si possono definire le terzine di quarti, di ottavi, di sedicesimi, ecc.
Estendendo questo ragionamento, possiamo avere altri gruppi irregolari:
Per chiarire meglio vediamo un esempio.
Qui notiamo un aumento graduale del numero di note in un quarto. Come si nota, non c'è bisogno di porre i numeri 2, 4 e 8 dato un quarto contiene di per sé 2 ottavi, 4 sedicesimi e 8 trentaduesimi. Occorre però ora definire i gruppi irregolari nei ritmi composti: infatti bisogna ricordare che essi sono caratterizzati da tre movimenti: battere, levare, levare. In questi ritmi non c'è quindi bisogno della terzina di ottavi dato che la metrica è già contraddistinta a gruppi di tre. Al posto della terzina di ottavi c'è quindi la duina di ottavi, gruppo di due note che ha una durata complessiva di tre ottavi.
Come si può notare dalla figura sopra, nei ritmi composti i gruppi irregolari possibili sono i seguenti.
Voglio però far notare che la duina e la quartina nei ritmi composti può essere sostituita da figurazioni che sono comunque possibili. La duina è infatti uguale in durata a due ottavi col punto, mentre la quartina a quattro sedicesimi col punto. L'esecuzione delle due figurazioni risulta pertanto la stessa.
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La dinamica Una componente essenziale della musica è l'intensità con cui i suoni vengono prodotti. Per indicarla si usano diversi simboli che espongo nelle tabelle seguenti.
Vi sono poi gli effetti di crescendo e di decrescendo che possono essere indicati con la parola stessa o con una forcella aperta verso destra o verso sinistra
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Articolazioni (Segni di espressione sulle note) Condizionano le modalità di esecuzione delle note. Eccone i principali.
Alcuni di questi simboli possono essere usati in modo combinato.
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Gli abbellimenti Sono simboli che si pongono sopra le note per abbellire il discorso musicale creando dei passaggi musicali caratteristici.
Va comunque ricordato che la scelta della durata delle note del mordente o dell'acciaccatura (nel caso sopra i trentaduesimi) dipende molto dalla velocità d'esecuzione del pezzo. Nei pezzi molto lenti si può arrivare a usare i 64esimi, nei pezzi molto veloci anche un terzina di sedicesimi o addirittura di ottavi può risultare efficace. Un'altro abbellimento molto importante è il trillo, ovvero la ripetizione continua di due note con una certa velocità. Esso è indicato dall'abbreviazione tr e da una linea ondulata che ne fissa la durata.
La sua esecuzione è molto variabile. Qui espongo varie possibilità d'esecuzione: come per il mordente se il brano è molto lento si opterà per i trentaduesimi o i sessantaquattresimi mentre se è molto veloce possono bastare i sedicesimi.
Moltissimi esecutori accentano la prima nota del trillo facendola durare il doppio o il quadruplo della durata delle note del trillo. Si tratta di scelte in certi casi personali e in certi casi dettati dall'estetica.
Occorre infine ricordare che in certi casi il trillo parte dalla nota sussidiaria e non da quella principale: in questo caso il trillo sarà discendente. Come per il mordente, anche il trillo utilizza note che possono distare di un tono o di un semitono. Nei casi dubbi si pone sopra il simbolo del trillo un segno di alterazione per specificare la nota sussidiaria. Da ricordare infine che in certi casi il trillo prima di risolversi sulla nota che segue, utilizza delle note di passaggio che solitamente vanno eseguite con una durata inferiore a quelle del trillo.
Un altro importantissimo abbellimento è il tremolo. Esso può essere di due tipi:
Nel caso comparisse un tre sotto le note o sotto le linee occorrerà eseguire il tremolo in terzine. Un ultimo abbellimento anch'esso molto usato è il gruppetto. Esso è associato ad una nota e impone di eseguire delle note di passaggio prima della nota seguente.
Nella tabella possiamo vedere che il gruppetto è riferito ad una minima. Chiaramente, se è riferito a note di minor durata, anche la durata delle note del gruppetto andrà diminuita. Se per esempio il gruppetto si riferisce a un quarto le note di passaggio saranno trentaduesimi. In alcuni casi queste note possono essere composte da terzine: si tratta anche in questo caso di scelte estetiche, a volte suggerite dai revisori delle partiture. Infine, come per il trillo e il mordente, possono essere applicati sopra e sotto il simbolo del gruppetto dei segni di alterazione che indicano rispettivamente l'intervallo da applicare tra la nota superiore e quella principale e l'intervallo tra la nota inferiore e quella principale. |
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Le indicazioni di tempo (agogica) All'inizio del brano e ogniqualvolta si richiede, vengono poste alcune parole per indicare la velocità di esecuzione del brano e l'andamento che questo deve avere. Vediamone i principali
I compositori si servono anche di aggettivi per suggerire l'andamento da tenere durante l'esecuzione. Compaiono così espressioni anche colorite tra i quali Molto adagio, Vivacissimo, Andantino, Allegro con fuoco, Allegro vivo, Andante cantabile, Allegro feroce, Andante lentarello. La Promenade dei Quadri di un'esposizione di M. Musorgskij prevede addirittura la seguente frase: "Allegro giusto nel modo russico; senza allegrezza ma poco sostenuto"! Dato che tutte questi tipi di indicazioni sono molto soggettive nel 1812 J.N. Maelzel inventò il metronomo, strumento che compie un numero di oscillazioni fissabili a piacere in un minuto sottolineate da un ticchettio. L'indicazione in figura indica che ogni minima deve corrispondere ad una oscillazione (battito) del metronomo con il cursore posto a 80 (cioè si avranno 80 minime al minuto)
In moltissimi casi però si hanno pezzi molto espressivi che non vanno eseguiti a tempo ma hanno un andamento più libero (quasi tutti i pezzi per pianoforte di Chopin sono improponibili se eseguiti a tempo). Perciò si possono trovare due valori (uno massimo, l'altro minimo) entro il quale l'esecutore ha maggior libertà di scelta. Segue qui una tabella che correla le indicazioni di tempi con le oscillazioni in un minuto di un quarto.
Per aumentare o diminuire la velocità del pezzo si scrivono semplicemente le seguenti abbreviazioni:
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I segni convenzionali
Nel pianoforte indica la pressione e il rilascio del pedale di risonanza (quello posto all'estrema destra) che prolunga il suono delle note premute anche lasciando il tasto Sono segni posti sopra le misure che indicano l'obbligo di ripetizione delle battute comprese fra essi prima di proseguire quando viene indicato. Sono usati soprattutto nei casi in cui il pezzo prevede una coda Posta sopra il pentagramma, indica una pausa di respiro prima di affrontare la nota seguente Posto sopra le note indica che esse vanno eseguite un'ottava più in alto, posto sotto un'ottava più in basso Indica che le battute comprese tra i segni devono essere ripetute prima di proseguire. Se manca il segno di sinistra occorre ricominciare dall'inizio del brano Le misure sotto tali segni contengono una diversa conclusione della frase musicale, quindi non vanno eseguite di seguito: quelle sotto il segno 1 vanno eseguite prima di ripetere la sequenza, quelle sotto il segno 2 in alternativa alle prime dopo che è avvenuta la ripetizione Esecuzione in cui gli accordi non vanno eseguiti contemporaneamente ma in successione (ascendente o discendente) Glissando: indica che occorre eseguire in successione rapida tutte le note comprese tra le due note estreme. Nel pianoforte è eseguito o sui tasti bianchi, o, più raramente, sui tasti neri
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Gli armonici Per definizione, un suono armonico è tale quando è una frequenza multipla di una frequenza fondamentale. I suoni puri non esistono in natura pertanto ogni nota suonata da uno strumento musicale è composto da più suoni a differente frequenza detti armonici. L'armonica fondamentale è la frequenza che dà il nome alla nota. Gli armonici determinano il colore del suono, cioè il timbro. Alcuni strumenti possono produrre suoni armonici producendo un timbro più evanescente: tra questi ci sono ovviamente la famiglia degli archi, l'arpa e il flauto. Se su un pianoforte premo un Do3 (fissando a Do5 il Do centrale) verranno riprodotte frequenze multiple che sono proprie di altre note. Dato che la frequenza fondamentale del Do3 è di circa 65,4 Hz, si produrranno suoni con una frequenza multipla, ovvero di 130,8 Hz, 196,0 Hz, 261,6 Hz e così via le quali corrispondono rispettivamente alle note Do4, Sol4, Do5. Nella figura si possono notare tutti gli armonici del Do3. Le note piene stanno a significare che la frequenza non è esattamente quella della nota descritta.
Esistono due tipi di armonici: quelli naturali e quelli artificiali. Questa differenza viene fatta solamente per gli archi mentre per flauto e arpa si possono produrre solamente i primi. Armonici naturali Sono quelli eseguiti a corda vuota. Esistono due grafie: la prima indica gli armonici con un pallino vuoto sopra la nota. Essi vengono eseguiti sfiorando la corda all'altezza indicata e il suono prodotto è lo stesso di quello scritto per quanto riguarda gli archi e il flauto mentre per l'arpa è un'ottava sopra.
La seconda grafia è detta indiretta e viene utilizzata dagli archi. In partitura si indica su quale corda va suonato l'armonico mentre sul pentagramma si segna la nota (il punto) in cui sfiorare la corda con una nota a forma di diamante.
Qui sopra c'è un esempio di armonici sul violino sulla corda di Sol4.
Armonici artificiali In questo caso la nota fondamentale è premuta dall'esecutore e allo stesso tempo sfiora la nota indicata con il diamante determinando l'armonico.
Nell'esempio si hanno gli intervalli V, IV, III magg. e III min. che producono rispettivamente note a distanza di un'ottava e una quinta, due ottave, due ottave e una terza maggiore e due ottave e una quinta rispetto alla nota fondamentale (Do5). Riassumendo si può fare una tabella che associa ad ogni intervallo la nota prodotta.
Per gli armonici naturali è importante sapere come sono accordate le corde degli archi.
Il contrabbasso può avere una quinta corda accordata in Do2. |
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Principali indicazioni di esecuzione Animato Esecuzione molto movimentata e passionale Cantabile Esecuzione dove occorre dare molto risalto alla parte lirica del pezzo Dolce Esecuzione espressiva e delicata Espressivo Esecuzione con particolare cura nel fraseggio e dell'intensità dinamica in modo maggiore che nelle altre parti del brano Legato Esecuzione senza lasciare pause tra una nota e la successiva Staccato Esecuzione in cui occorre diminuire alle note parte della loro durata Martellato Staccato più incisivo, riferito soliamente agli archi Simile Indica di continuare la figurazione proposta anche se questa non viene più indicata Una corda (1C) Nelle composizioni per pianoforte indica di premere il pedale del piano (quello posto solitamente all'estrema sinistra) che permette un'esecuzione con una sonorità più ridotta Tre corde (3C) Nelle composizioni per pianoforte indica di rilasciare il pedale del piano Glissando Esecuzione in cui occorre far scivolare le note eseguendo una scala partendo e terminando su note fissate sul pentagramma Arpeggiato Esecuzione riferita ad accordi che non vanno eseguiti contemporaneamente ma in successione (ascendente o discendente) Pizz. Abbreviazione di pizzicato, modalità di esecuzione caratteristica degli archi in cui non si usa l'archetto ma le dita per pizzicare le corde Arco Indica di suonare le note con l'archetto anziché in pizzicato Col legno Esecuzione caratteristica degli archi in cui le corde vengono percosse con il legno dell'archetto anziché sfregarle con i crini Picchettato Esecuzione caratteristica degli archi in cui l'arco viene fatto rimbalzare sulla corda a 2 Indicazione che prevede l'esecuzione della stessa parte da entrambi gli strumenti (usata soprattutto dai fiati e dagli ottoni) Solo Indicazione che prevede l'esecuzione solo del primo strumento (esempio: primo flauto, primo clarinetto, primo corno) I, II, III, IV Numero romano che indica quale strumento deve eseguire la parte indicata Con sordina Indica l'utilizzo di un congegno per attutire il suono con conseguente modifica del timbro dello strumento. È utilizzato da una gran parte di strumenti (fiati, archi, pianoforte). |
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