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Marco Pellacani
MARCO PELLACANI
IMMAGINE E POESIA

 

 

Il serpente si muove, si agita
fra noi.
Attira i cacciatori, ma nessuno lo uccide.

È fantastico,
dai mille colori...
è alato, vola in alto,
mille illusioni regala,
... promesse, dona sogni...
potere e potenza,
denaro, bellezza!
Ma... il serpente vola,
è viscido e bugiardo,
sparge veleno dai suoi colori,
nessuno lo sa!

 

Poesia di: Marco Pellacani

Fotografia di: Sal Messina

 

 
 
 
 
 
 

Poesia di: Marco Pellacani

Disegno di: Maria Carmela Ricci

 

 
 
 
 
 
 

Camminavo vicino al fiume.
Notai un legno che galleggiava.
L’acqua l’ha portato via…
così…
un giorno andrò col mio destino,
proprio come quell’acqua che…
lontano pareva…
poi presto quel legno ha raggiunto,
rapito,
trascinandolo a sé
per sempre.

 

Poesia di: Marco Pellacani
Disegno di: Livio Rosignano

 

 
 
 
 
 
 

Il vento fra i capelli
sorriso di fanciulla.

Occhi dolci dentro i miei,
un grande desiderio d’amore.

Le tue mani
sfiorano le mie:
calde, sudate tremano,
ora si stringono
quanto basta per capire che
siamo innamorati.

 

Poesia di: Marco Pellacani
Fotografia di: Sal Messina

 
 
 
 
 
 

L’uomo ho clonato,
non bastava la pecora,
l’uomo mi attirava…
ancor più.
Pensavo ed ho ottenuto
dall’esperimento studiato
ma ho fallito,
l’anima non ho copiato,
questo è impossibile.
Quella pecora non si uguaglierà mai
all’uomo,
tanto non ne vale, a volte la pena.

 

Bologna, 5 febbraio 2000

 

Poesia di: Marco Pellacani

Fotografia di: Sal Messina
 
 
 
 
 
 

Un’opera di Maria Carmela Ricci

 

 
 
 
 
 
 

“povero cristo”

bronzo su ulivo

 

Poesia di: Marco Pellacani

Scultura di: Enzo Porcelli

 Sotto la croce ho trovato un

Compagno,

fedele e silenzioso,

umile, vero Maestro

che mi parla.

con parole di vita,

nuove.

Speranza di Padre

mi dona.  

 
 
 
 
 
 

“Il dormiente”


pietra d’istria

 

 

 

Poesia di: Marco Pellacani

Scultura di: Michele Tucci

Siamo felici a tratti ed inconsapevoli

della nostra gioia,

spesso da angosce trafitta.

Viviamo un presente troppo veloce,

dispendioso,

nella bufera corriamo

contro vento

senza fermarci,

dispersi nella valle dei perché,

avvolti da un buio troppo

 

denso,

inutile,

smarriti dai nostri sensi.

 
 
 
 
 
 

 

 

 

Scultura di: Enzo Porcelli

Il poeta ringrazia il sito Cdc (Cultori della Cultura)

rendendo loro omaggio con meritata stima agli amici e scultori

 

Quell’uomo che guarda il cielo dov’è?

batte forte il mio cuore

vicino a Lui

sento la Sua dolce voce.

In questo mondo opaco,

oggi lo cerco.

Lui mi fa sperare…

 

“Papa Giovanni Paolo II”

medaglia in Bronzo
 
Poesia di: Marco Pellacani
 
 
 
 
 
 

 

Testo di Marco Pellacani

Fotografia di: Giovanni Bigazzi

Essenza

 

 Siamo quell’essenza che l’infinito assapora

guardando l’azzurro cielo del presto mattino.

 

Siamo la gioia di un fiore,

che i petali riapre

dopo il lungo inverno.

 

Siamo tutto e solo quello che… siamo,

al di là della nostra ombra,

quando il giorno ancor presto per noi finisce.

 
 
 
 
 
 

 Lettera ad un amico Handicappato (di Marco Pellacani)

immagini diffuse da M.T.

 

Caro amico,

per te è la solita domanda che forse ogni amico in confidenza osa chiederti: come stai? Tu sarai ormai annoiato, vorresti dire a tutti che il tuo stato di salute è sempre lo stesso,  non cambia.

Capisco come ti sarà difficile rispondermi, mi sembra di sentire già le tue parole: “Nulla cambia… sono sempre legato alla mia carrozzina,  immobile come sempre!”.

Sai, perché te lo chiedo?  Ti voglio tanto bene…

Credo nella tua persona. Ti posso paragonare a quel seme che piantato cresce fiducioso sapendo che un giorno porterà un buon frutto, prima però deve marcire, sfondare il terreno e venire fuori nella sua beltà.

 
 
 

Quel seme ora è una pianta che ristora i passanti nel mio giardino nelle calde giornate estive, io lo sono già, ma ancora giovane tu non conosci quante sofferenze ho passato!

È da molto che non ci vediamo, per questo ti penso… cresciuto. I tuoi rami senz’altro avrebbero, caro amico, la forza di abbracciare tutto il mondo, ma pur possedendone il desiderio non riesci…

Ti scontri con la tua diversità, quella che forse tu hai costruito… non abbattendola, ma aumentandola nei tuoi troppi problemi motori. Questa è la tua amarezza, ma pensa che è stata anche la mia! Te lo confesso!

Caro non considerarmi estraneo a te, sappi che anch’io ho conosciuto il vento che muoveva le mie foglie, le stampelle, che tuttora uso, a volte appesantivano i miei passi, proprio come la tua carrozzella nel terreno lascia il solco violento della forza che solo tu possiedi. 

 
 

Caro amico,

Il tempo trascorso dall’ultima volta che ci siamo visti è talmente tanto che non mi ricordo più la tua età precisa.

Ricordo quant’eri innamorato di una ragazza, mi avevi scritto che il tuo cuore per lei batteva forte. Il vento era freddo fra i tuoi rami, forte e violento al suo rifiuto.

Il tuo cuore è ancora spezzato? … quante volte mi è successo…! Forza!

Te lo scrivo per ristorarti, darti sollievo, ma noi… siamo quelli che il mondo considera disabili. Questa è una tassa da pagare, la più crudele. È proprio in questo rifiuto che si tocca il fondo, sembra di marcire, ma poi… proprio come quel seme si riaffiora portando copiosi frutti, sarà il tempo a curarne le ferite… aspetta di maturare!

Pensa che quell’amore che tu hai donato: puro e limpido… anche se rifiutato! Quella ragazza era degna del tuo amore? Te lo sei mai chiesto?

Pensi che hai sbagliato ad amare?

Ti dico proprio di no, dai sempre il massimo nel gioco dei sentimenti, solo così nell’amore donato rivelerai la tua uguaglianza d’uomo.

Certo, quando amiamo siamo uguali… non temere. È proprio il timore, invece, che troppo spesso trancia le nostre forze, speranze. Ci sono passato prima di te fra le mille passioni e domande sui tanti perché, ma non avere fretta, il vento cesserà.

Ho conosciuto anch’io l’indifferenza della gente in quelle ragazze che spesso mi dicevano: “Sei bello, ma sai…”, molte volte la frase non era neppure terminata che il mio cuore si trovava nel vento della desolazione e tristezza più forte su una città della gente deserta e piena di sabbia.

 

Verrà il tempo che il tuo albero sarà più alto e forte, allora solo, conoscerà la primavera…

Sarai più grande.

Valuterai che la bellezza e l’efficienza non costituiscono la forza essenziale della vita, come il mondo contemporaneo ci fa credere, proprio come tu vorresti essere oggi, ma sono solo i tuoi desideri che prendono forma imprigionandoti. È proprio lì il segreto, liberati da loro … vedrai che occorre avere la salute ma occorre amare innanzi tutto.

 
 
 

Guarda quanti delitti commettono oggi le persone chiamate normali, tu sei diverso, ma proprio per questo più prezioso, unico. Nessuno non ha mai scritto che tutti debbono essere uguali.

Prova a riflettere… accetta la tua condizione, con serenità e gioia. Vedrai fra qualche anno sarà la diversità degli altri a venirti incontro, quella che tu ora non vedi. A te, apriranno il loro cuore… tu li ascolterai Racconterai a tutti di com’è stato difficile anche per te sopravvivere, ma lo hai fatto nonostante tutto.

Abbi fede e speranza. Queste virtù porteranno alti i tuoi rami, graffieranno l’azzurro del cielo e le foglie daranno, se pur gracili, ristoro e tu capirai che hai solo amato, di un amore donato, e tutti quei perché capirai il Signore sarà la tua consolazione.

Il sole risplenderà, allora, tu non sarai più diverso, vedrai la tua identità, cercherai l’amore vero ed egli ti risponderà perché ti avrà riconosciuto in tutta la tua verità.

La scelta del cuore sarà il tuo motivo di vita, proprio come la nostra amicizia.

A presto, amico.

Scrivimi!

 
 
 

Sempre con Edizioni I miei colori, Marco Pellacani ha pubblicato altre 2 raccolte poetiche: Le più belle poesie e Fra le righe (quest’ultima sia in versione cartacea che in versione elettronica).

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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