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Vito Mauro
 
Ciminna, Il suo SS. Crocifisso tra Storia, Tradizione e Fede
 
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Ciminna, il suo SS. Crocifisso tra Storia, Tradizione e fede

Presentazione di Don Vincenzo Catalano

Parroco “Cuore Immacolato di Maria” in Misilmeri

Ogni uomo, ogni grande o piccola nazione, piccola o grande città o paesino sono segnati da eventi storici che diventano memoria da celebrare e che coinvolgono tutta la collettività e il singolo individuo. Per la nostra Ciminna ricca di storia e di arte il più grande evento di storia e di fede ha un nome: SS. Crocifisso “Padre delle Grazie”.

Conosciamo tutti la storia di questa venerata immagine, e come si è manifestata nel suo essere prodigiosa e miracolosa, tale conoscenza è tramandata e raccontata da padre in figlio tanto che il Ciminnese crea un rapporto di amore e devozione nei confronti del Crocifisso consapevole che la festa di Ciminna non è una semplice festa, ma la celebrazione di un evento storico (questo naturalmente non vuole sminuire tutte le feste celebrate negli altri centri).

Il devoto Ciminnese ogni anno è coinvolto, chiamato e attirato dalla festa che si svolge nei primi otto giorni del mese di maggio, a cominciare dal solenne ottavario in preparazione alla festa della prima domenica e del lunedì seguente.

In questi giorni, nella coscienza, nella mente e nel cuore di ogni paesano scatta una molla che ovunque si trovi nel mondo è attirato, sia fisicamente che spiritualmente, verso il paese natio verso la figura del SS. Crocifisso, e questo non solo per chi è nato a Ciminna, ma anche per i figli di chi ha dovuto lasciare il paese per trovare in altra nazione il lavoro e la certezza di un futuro migliore.

Quando si è lontani, per qualsiasi motivo, nei giorni di festa si sente una profonda nostalgia, e in maniera particolare per una festa così sentita; chi scrive ha provato tale vuoto. Quando mi trovavo seminarista a Roma presso il Pontificio Seminario Romano, impossibilitato a lasciare gli studi e gli impegni formativi, si era solo fisicamente presente a Roma ma lontani con la mente, ed insieme a P. Pino Graziano non si faceva altro che pensare e commentare i vari momenti celebrativi, e quasi a partecipare spiritualmente ai primi vespri, alla messa solenne e alla processione, e si aspettava il lunedì verso le ore 23, quando armati di gettoni telefonici ci mettevamo al telefono per attendere il passaggio della processione davanti casa mia, e sentire il vocio dei fedeli che pregavano, le marce della banda musicale, le invocazioni dei varanti, e la voce di mia madre che chiamava il nome del più amato da noi Ciminnesi, si chiudeva il telefono contenti per avere anche noi partecipato per pochi istanti alla festa, ma con il nodo alla gola per la grande distanza che ci separava dalla famiglia e della comunità in festa.

Questa relazione di fede con il suo Crocifisso la comunità di Ciminna lo vive fin dal lontano 1651, quando il Padre di ogni grazia si è degnato di manifestarsi ad un popolo bisognoso della sua infinita misericordia e del suo amore. Così si esprime uno dei testimoni oculari di questi eventi straordinari il sacerdote Don Santo Giganti:

“Si è compiaciuto Sua Divina Maestà nel presente anno 1651 in questa terra di Ciminna mostrare segni più evidenti della infinita Sua Misericordia con l’abbondanza delle sue grazie e miracoli, operati in beneficio dè peccatori, e questo per mezzo la venerabile immagine del SS. Crocifisso, che si conserva nella venerabile Chiesa e confraternita di essa terra”. Il racconto storico del P. Gigante degli avvenimenti sulla immagine del crocifisso, i suoi miracoli narrati nel medesimo scritto, i prodigi raccontati dal popolo nei secoli seguenti a questi eventi deve oggi condurre il devoto alla vera devozione a Cristo Crocifisso, mandato da Dio Padre nel mondo per amore e perché il mondo si salvi per mezzo di Lui, ecco quello che ci dice a proposito il Vangelo: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo unico Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna” (Cfr. Gv. 3,16), Egli il Figlio è crocifisso per attirare tutti a sé, unico Salvatore e Signore dell’umanità è Lui secondo quanto ci dice S. Paolo nella lettera ai Galati il vanto e la nostra gloria, “Nostro unico vanto è la croce del Signore Gesù Cristo, vita e salvezza e resurrezione per noi: egli ci ha salvato e liberato.” (Cfr. Gal.6,14).

Il compiacimento della Divina Maestà e la sua misericordia per noi figli di Dio, raccontataci dalla storia di P. Gigante, per noi cristiani si ripete ogni domenica nella Santa Messa dove, in maniera incruenta, Cristo si immola per la nostra salvezza, lì riceviamo la grazia divina che osiamo chiedere al SS. Crocifisso “Patri di Grazi”, quindi facciamoci attirare con amore e piacere spirituale per la nostra salvezza, il poeta Virgilio ci parla dell’attrazione di colui che può essere il diletto nell’amore fisico o nell’amore spirituale così dice: “Ciascuno è attratto dal proprio piacere non dunque nella necessità ma dal piacere, non dalla costrizione, ma dal diletto.”

 Chiediamoci: chi è per noi il diletto? Egli ha un nome Cristo Crocifisso, colui che ci dice “Nessuno può venire a me se non lo attira il Padre” (Gv 6,44), lasciamoci allora attirare da colui che chiamiamo Padre amoroso, con piacere con la gioia consapevoli che Lui è la risposta al grande mistero della nostra fede, fondato su una persona Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo che ha deciso volontariamente di morire in croce per noi, che ha deciso, come dice il Sommo Pontefice Benedetto XVI, di “Prendere l’ultimo posto del mondo la croce, e proprio con questa umiltà radicale ci ha redenti e costantemente ci aiuta.”

Sì, Cristo Crocifisso che al dire dello stesso Papa “tutto ci dà e nulla ci toglie”, Cristo Crocifisso che nel suo amore per l’umanità è venuto ha sporcarsi le mani con la sporcizia del peccato del mondo, e come divino agricoltore ha indossato le vesti più umili, e si è caricato l’aratro

della croce per arare i solchi del peccato dell’uomo purificandolo con il suo sangue. (Card. Carlo M. Martini).

In conclusione possiamo affermare che l’amore che noi ciminnesi abbiamo verso la venerata immagine del Signore Crocifisso è grandissima esternata nelle invocazioni durante la processione che si concludono con grido di “Viva u Patri di li Grazi”, quindi con la coerenza della nostra fede attinta dell’Eucaristia, dai sacramenti e dalla Parola di Dio, continuiamo questo legame e questa devozione con la certezza che saremo veri testimoni di Cristo, e faremo tremare l’inferno se ameremo Dio e il prossimo come Lui ci insegna, riceveremo la grazia dell’anima vivendo la coerenza della fede, riceveremo la benedizione della campagna e del lavoro se saremo uomini e donne di vera preghiera, infine chiedendo la guarigione delle infermità fisiche ne guariremo se prima eviteremo della nostra vita il peccato mortale e l’egoismo, ricercando ciò che Gesù il nostro maestro e il nostro tutto ci insegna nel Santo Vangelo cioè la pace e l’amore.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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