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Vito Mauro |
VITA DI PAESE |
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Mi accingo a buttar giù una mia personale riflessione nell’opera di Eduardo Paladino e, per prima cosa, debbo constatare l’azzeccatissimo titolo: |
“Orme del tempo”. L’angolo a me riservato ha per sottotitolo: “Vita di paese”. Guardando le splendide fotografie si ha fin da subito, un senso di nostalgico ricordo per alcuni aspetti in esse contenuti ed immortalati. Fa un certo effetto guardare, attraverso tali fotografie, i tempi che furono, a dir la verità non molto lontani, ma danno ugualmente l’idea di come si trascorreva, ed ancora in qualche aspetto si trascorre, la vita paesana. Vita tranquilla, spensierata, lontana da smog e caos cittadino, vita anche salutare respirando aria collinare, anche se un po’ più frenetica, dedicando il proprio tempo libero a svaghi ed hobbies vari. Certamente guardare la fotografia di un anziano dedito ad intrecciare, dalle loro fronde, gli agli in resta (trizze) che lui stesso ha seminato e coltivato; guardare un altro anziano realizzare con la propria maestria un recipiente a lavoro intrecciato di varia forma e dimensione, fornito di manico arcuato fisso (opera chiamata generalmente paniere) o delle ceste che a differenza del paniere erano realizzate con due piccoli manici fissi anch’essi arcuati ai lati del bordo, ad un giovane dei tempi d’oggi magari non produce alcun effetto particolare, mentre per chi ha vissuto quei tempi, quei lavori, quegli hobbies, quelle fotografie suscitano inevitabilmente una certa nostalgia. (Chi scrive queste righe di commento ha aiutato il proprio padre a realizzare un paniere e più di una volta l’ha realizzato anche lui). La “vita di paese” rappresentata nelle fotografie a mia disposizione, quali: • il gioco delle carte nei circoli o negli spazi liberi all’ombra di qualche albero; • il gioco delle bocce che, oltre ad interessare i due, quattro, sei, otto giocatori, coinvolge anche una ventina di spettatori; • le panchine che ospitano gli anziani; • la piazza o le vie principali dove si passeggia tranquillamente; • i circoli ricreativi. Tutte queste fotografie rappresentano dei luoghi di aggregazione, svago e passatempo. Particolare curiosità suscita la fotografia del matrimonio di qualche tempo fa. Viene subito alla mente dove e come si svolgeva: dopo la cerimonia si ringraziavano gli invitati in qualche sala presa in affitto dove si offrivano dolci fatti in casa (cito a proposito i “taralli” i “tetù” i “passavolanti”, il tutto intervallato da alcune bevute di “rosolio” dell’epoca era un liquore di moderata gradazione alcolica, dolce ed aromatizzato). Andando ancora indietro nel tempo, si usava ricevere in casa degli sposi, gli invitati stessi ancora per una quindicina di giorni, durante i quali gli sposi ricevevano i regali di nozze e li intrattenevano a ballare in casa al suono di alcuni dischi in vinile azionando un giradischi. La “vita di paese” sopradescritta, almeno in parte, si continua a vivere in paese, magari minacciato sempre più dal nuovo che avanza inesorabile, dalla plastica, dai dolci non più fatti in casa, dal moderno che non ha tempo da perdere e da tanti altri fattori che non sto qui ad elencare, sia perché noti a tutti sia perché sarebbe troppo lungo l’elenco. Nel ringraziare l’amico Eduardo per avermi dato l’opportunità di queste riflessioni, voglio esprimergli il mio compiacimento per aver voluto raccontare, anche tramite fotografie, il “c’era una volta” con questa apprezzatissima opera. Complimenti vivissimi. Vito Avvinti |
Il gioco delle Carte uno dei passatempi preferiti dai Pensionati |