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Ascoltare: La base
del processo di comunicazione |
di Santino Gattuso |
Ascoltare è
un’arte sottile concessa a pochi! |
Comunicare è un
bisogno primario dell’uomo, ascoltare è la base fondamentale del
processo di comunicazione, ma l’incapacità di mettersi in posizione
d’ascolto è il difetto di gran parte degli individui. |
Perché
succede tutto questo? |
Innanzitutto
perché non si comprende il peso della capacità d’ascolto nelle
relazioni sociali, ed anche per la profonda ignoranza sulla
metodologia del processo di comunicazione e sulla differenza fra
ascoltare e sentire passivamente ciò che viene detto.
Spesso non si
comprende, infatti, che ascoltare è un comportamento attivo,
dinamico di comprensione di ciò che viene espresso
dall’interlocutore con sistemi verbali, paraverbali e non verbali. |
Perché non
ascoltiamo i nostri interlocutori? |
Ci sono anche
altre ragioni che impediscono di avere una buona capacità di
ascolto, una è l’esistenza di interessi che ci stimolano a non
ascoltare quanto viene detto, (non c’è peggior sordo di chi non
vuole sentire!) in questi casi l’unica soluzione è il far venir meno
quegli interessi.
Ma esaminiamo i
casi in cui si esula da interessi specifici.
Molti sono
convinti che il proprio “io” sia al centro del mondo e che tutto
possa ruotare intorno a sé, le emozioni i pensieri le parole sono
una cosa sola con sé stessi. Quando questo modo di essere è centrale
nel proprio io ci si isola completamente dal mondo.
Sia nei rapporti
familiari, che negli altri rapporti sociali si cerca sempre di
apparire come l’elemento centrale, qualunque sia il ruolo che si
riveste.
Per affermare
questa nostra idea ci posizioniamo su un gradino più alto rispetto
agli altri e li osserviamo dall’alto.
In questo modo non
siamo in grado di ascoltare ma solamente di esprimere le nostre idee
e quindi rinunciamo a recepire quanto di buono c’è nelle altrui
idee. |
Ma cosa
significa ascoltare? |
Entrare in un
dialogo in posizione di ascolto e di domanda, essere fuori "da sé
stessi", ma senza perdere il rapporto con sé. Riuscire a
sintonizzarsi sullo stato d'animo dell'altro, entrare nella sua
prospettiva e, solo per un momento avere un linguaggio unico, questo
è il modo migliore di ascoltare: siamo in empatia!
Leggere ciò che
scrive l’interlocutore, percepire il linguaggio non verbale fatto di
sguardi, gesti, movimenti, silenzi o di ciò che forse un’altra
persona non aveva intenzione di dirci, ma senza la propria volontà
“trasmette” con il proprio stile, il proprio comportamento, il
proprio modo di esprimersi!
Anche il silenzio
non è assenza di comunicazione, al contrario indica un atteggiamento
ricco di messaggi non espressi (rilassamento, distrazione, pensieri,
astio, ecc..).
A nessuno è
concesso il lusso di non ascoltare; se vogliono svolgere al meglio
il nostro ruolo, il genitore e il figlio, il medico ed il paziente,
l’avvocato ed il cliente, il giudice e l’avvocato, qualunque sia la
situazione ed il ruolo non possono fare a meno di mettersi in
posizione di ascolto.
Se un rapporto non
funziona, è molto probabile che alla base c’ è l’incapacità di
ascolto di uno o di entrambi gli interlocutori. Ascoltare significa
anche accogliere il contesto, il linguaggio e il ruolo
dell’interlocutore.
Io stesso, mentre
scrivo, ascolto quello che sto scrivendo per comprendere se la forma
esprime correttamente il messaggio che intendo inviare al lettore.
Noi siamo certi di
quello che intendiamo esprimere non sempre, però, siamo capaci di
comprendere se quello che esprimiamo è coerente con le nostre stesse
volontà.
La capacità di
apparire come desideriamo è direttamente proporzionale alla capacità
di autoascolto, spesso si mostra involontariamente un aspetto che
non si ritiene di dover mostrare o ancora più grave si mostra un
aspetto inesistente di noi stessi (in questo caso sarebbe utile
incrementare la nostra Programmazione Neuro Linguistica).
Ma anche la
capacità di comprendere ciò che viene dall’esterno è direttamente
proporzionale con la capacità di recepire i segnali che arrivano.
Maggiore è
l’attenzione a questi segnali, maggiore è il livello di comprensione
delle questioni. |
Ma quali
vantaggi ci derivano dal sapere ascoltare? |
Innanzi
tutto la capacità di ascolto stimola l’interlocutore a comunicare
perché si sente capito, e pertanto il flusso di notizie verso di noi
diventa continuo e ininterrotto.
Inoltre come dice Karl
Menninger: «Ascoltare è una cosa magnetica e speciale, una forza
creativa. Gli amici che ci ascoltano sono quelli cui ci avviciniamo.
Essere ascoltati ci crea, ci fa aprire ed espandere».
Ma il vantaggio principale è
quello di dare inizio ad una comunicazione che ha come elemento di
base l’assertività che come dicono Libet e Lewinsohn:
" è la capacità del soggetto
di utilizzare in ogni contesto relazionale, modalità di
comunicazione che rendano altamente probabili reazioni positive
dell'ambiente e annullino o riducano la possibilità di reazioni
negative". |
Quali sono
le caratteristiche di una comunicazione assertiva? |
§ Una partecipazione attiva e
non reattiva;
§ Fiducia totale in sé e
negli altri;
§ Capacità di comunicare
senza pregiudizi in modo chiaro e non aggressivo;
§ L’affermazione dei propri
diritti senza la negazione di quelli degli altri;
§ Assenza di ansie e sensi di
colpa;
§ La capacità di assumersi le
proprie responsabilità.
Si può essere assertivi sia
nella forma verbale che nei pensieri che condizionano i nostri
comportamenti, nel tono, nel volume della voce e nei comportamenti
non verbali più in generale.
E se <l’esito della
comunicazione è la risposta che riceviamo> come dice uno dei
principi fondamentali della comunicazione, riuscire a stabilire una
comunicazione assertiva fra l’interlocutore e noi stessi ci
consentirà di raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati. |
Importanza
del contenuto e della forma. |
Ogni
comunicazione ha un aspetto informativo, di contenuto e un aspetto
di relazione. È questo secondo aspetto che imprime una forma al
contenuto, quanto più una relazione è spontanea, tanto più riduce il
proprio peso.
La relazione può essere
simmetrica, quando le due persone che si confrontano sono paritarie,
complementare quando fra i due interlocutori c’è un rapporto di
superiorità/inferiorità.
Un rapporto complementare si
può istaurare solo quando uno dei due è disposto a subire la
superiorità dell’altro e viceversa. |
L’immagine |
L’uso
dell’immagine va oltre il linguaggio scritto e parlato, perché
supera il vincolo che lega emittente e destinatario. Il processo di
comunicazione che si realizza con l’immagine è diretto ed immediato
ma non univoco.
Ogni immagine descrive sempre
qualcosa, che sia una realtà, una espressione artistica o un veicolo
pubblicitario comunica sempre e comunque.
Esso può essere realizzato
con rettifiche utili ad ottenere una maggiore efficacia
comunicativa. |
La domanda |
La domanda è un sistema per
entrare in un ambito di conoscenza da cui siamo fuori. È un sistema
per entrare nell’intimità di una persona che altrimenti ci sarebbe
preclusa.
Facciamo attenzione alle
domande che ci pongono, dietro ogni richiesta c'è:
§ Un’intenzione;
§ Un obiettivo.
Chi ha in mente un punto
interrogativo, ha un'informazione che gli manca.
L'intenzione, può essere:
§ piccola e poco
significativa (che ore sono?);
§ profonda e mirata.
Quello che è importante, è
comprendere e saper utilizzare le domande che arrivano al cuore di
una questione.
Un passo dopo l'altro, ci
conducono proprio là dove volevamo arrivare.
Questo genere di domande,
prima di ogni altro requisito, mettono in cima a tutto la chiarezza
dell'intenzione.
Che cosa vogliamo fare con
questa richiesta?
Dove vogliamo arrivare?
Che ci aspettiamo dall'altro?
Tanto più la richiesta è
pertinente e precisa, tanto meglio correrà incontro all'esperienza e
al mondo di una persona.
In questo passaggio è
essenziale la conoscenza dei tratti distintivi del destinatario
della domanda.
Che genere di persona è?
Che cosa si aspetta da me?
Questo genere di informazioni
di base, a proposito dell'obiettivo e del destinatario del
messaggio, sono scolpite nella pietra e bisogna tenerle sempre
davanti agli occhi.
Un altro elemento
fondamentale di cui tener conto è il
"Contesto".
Ogni relazione comunicativa
ha il suo specifico contesto, dove ciascuno ha un ruolo, nell’ambito
di esperienze condivise.
Prima di fare una domanda è
necessario distinguere:
Se siamo in rapporto e se
siamo in armonia con l'interlocutore possiamo avanzare richieste
che, altrimenti, avrebbero come risposta una pesante e meritata
porta in faccia.
Detto fatto: siamo in un
contesto positivo e favorevole per le nostre domande. È tempo di
lasciar spazio alla curiosità. |
Che cosa chiedere? |
Non è il contenuto in
discussione, quel che conta è la forma delle domande, ovvero il
progetto intrinseco alla domanda stessa che ci consente di arrivare
a quello che stiamo cercando, la nostra intenzione. |
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