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a cura di Giulia Gattuso
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La storia dell’uomo prende forma dal momento in cui qualcuno decide di raccontarla.
Emozioni, sentimenti ed affetti lasciano un segno indelebile quando un poeta decide di narrarli, magari con un tocco di buon gusto ed un pizzico di espressività.
È allora che qualcuno li legge, ed ecco che il suo cuore, anche solo per un istante, prova la stessa forte emozione del poeta.. |
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L’ infinito ha da sempre suscitato la curiosità di filosofi, scienziati ed artisti; a renderlo unico fra i tanti oggetti di studio, è la sua capacità di affascinare l’uomo di qualunque ceto sociale e culturale.
E’ un concetto talmente forte da far rabbrividire qualunque essere umano vi dedichi il pensiero.
Abituati a vivere la nostra quotidianità fatta di piccole cose, obbligati a procedere entro limiti fisici e temporali imposti dalla natura … pensare all’infinito o all’eterno ci fa sentire piccoli, impauriti ed impotenti.
Per questo motivo si è sempre cercato di vedere in qualcuno il "capo" di tutta questa enormità, qualcuno in grado di guidarci e proteggerci.
Gli antichi greci credevano nella moltitudine di dei responsabili del susseguirsi degli eventi; essi erano figure paterne e potenti, buone o cattive, spesso guidate in un certo qual modo dai sentimenti.
Colpiti da ira scatenavano tempeste o terremoti. A volte l'impossibile accadeva per merito loro.
Aristotele studiò l’infinito con un approccio sistematico. Egli dice nella "Fisica" : _______________________________________________ “L’indagine che riguarda l’infinito presenta difficoltà, infatti sia a porre che esista, sia a porre che non esista, ci si imbatte in numerose contraddizioni (…) si pone inoltre la questione di cosa sia: se è sostanza o attributo a una qualche natura. (…) In primo luogo bisogna, dunque, definire in quanti modi si dice infinito: L’infinito mediante composizione è in certo modo il medesimo dell’infinito mediante divisione; nella cosa limitata infatti l’infinito mediante composizione si produce all’inverso dell’altro. Nella misura in cui, infatti, ciò che viene diviso viene diviso all’infinito, in tale misura l’aggiungere successivamente sembra ricostituire la cosa limitata.
Ad un certo punto sono uguali.” _____∞_____ Se io prendo un pezzo di legno e lo divido in dieci pezzi, l’atto che segue ogni mia decisione è un atto limitante. Mi trovo davanti a dieci pezzi, non ad infiniti pezzi. Ma potenzialmente posso dividere all’infinito. _____∞_____ Torna su Il tempo è infinito sia rispetto all’addizione sia rispetto alla sottrazione, ma come si fa a vivere il tempo dopo che una parte di tempo è passata?
Così Aristotele distingue infinito in potenza ed in atto: non c’è mai un istante in cui l’infinito è tutto presente. Egli, facendo tale distinzione, vuole rispondere ai paradossi di Zenone: pensiamo ad esempio al paradosso di Achille:
Secondo Aristotele, La tartaruga sarà raggiunta non appena si conceda che il percorso è una linea finita. _____∞_____ Torna su |
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